
Ho smesso di tingere i capelli quando non avevo ancora 50 anni. L’ho deciso e basta. Così come ho deciso di smettere di fumare. All’improvviso. Non amo le mezze misure. I primi capelli bianchi sono comparsi che non avevo ancora 20 anni. Ho usato tinte, che compravo in erboristeria, fino a quando ho potuto, fino a quando si potevano mascherare degnamente i capelli bianchi, ho sempre fatto da sola. Li portavo lunghissimi e li ho sempre lavati ogni giorno, alla faccia di chi dice che si rovinano. Soltanto quando mi sono arresa al parrucchiere, cercando di schiarirli decolorandoli, li ho rovinati irrimediabilmente. Così ho deciso di tagliarli corti ed ho continuato a tingerli scurendoli di nuovo, perché bionda non mi ci sono mai sentita. Finché un giorno, complice una dermatite causata da una tinta, ho detto basta. Non sopporto le schiavitù di alcun genere. Ho smesso di tingerli, ho resistito un paio di mesi alla impietosa ricrescita (era estate e non ero in vacanza) poi ho supplicato il parrucchiere di tagliarli cortissimi. Così è comparso il grigio. Non mi sono mai pentita un solo giorno di averlo fatto. Da allora a volte un po’ più corti, a volte in po’ più lunghi – ma non troppo perché l’effetto “maga Magò” è dietro l’angolo – ho indossato con orgoglio i miei capelli grigi ed ora quasi bianchi. Con grande orgoglio perché invecchiare non è il colore dei capelli, non è qualche ruga, ma invecchiare è uno stato d’animo. Se invecchi dentro puoi avere anche i capelli corvini ma non serve a nulla. Così oggi pubblico questa foto, sono appena tagliati, ogni 15 giorni il parrucchiere deve sforbiciare un po’ per evitare che diventino un cespuglio, oggi faceva caldo, il phon proprio non lo sopportavo così sono uscita senza farli asciugare. Il parrucchiere lo sa, è bravo e taglia assecondando i miei capelli perché sono dotati di vita propria, non accettano condizionamenti, io non accetto condizionamenti, stanno così come pare a loro, a onde, impertinenti, indomabili. Li accompagno solo con le mani, non uso nemmeno il pettine. A pensarci bene forse non ho nemmeno un pettine. La libertà dalla tinta non ha prezzo, l’ho afferrata al volo, non tornerei più indietro. Parola di Zeta
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