
Politici fotografati in allegre comitive senza mascherina mentre obbligano noi ad utilizzarla. Quegli stessi politici che stanno per prorogare lo stato di emergenza.
Stato di emergenza che pende come una spada di damocle su aziende già traballanti, che non otterranno aiuti a breve termine perché, diciamocelo chiaro, la grande “vittoria” nelle trattative europee non ha alcun effetto immediato e lo Stato non ha nemmeno prorogato le imposte in scadenza.
Senza contare l’incognita scuola, scoglio irrisolvibile, in attesa di banchi a rotelle con cui divertirsi in un ipotetico autoscontro durante la ricreazione, mentre centinaia di genitori non riescono a pianificare il loro futuro lavorativo. Mentre rileviamo che, benché i focolai stiano imperversando nei mattatoi e nella logistica, queste attività continuino ad esistere e a convivere con il virus.
Convivere con il virus che è l’unica strategia possibile alla luce anche del fatto che l’80% delle persone trovate positive sono asintomatiche. Vorrei che qualcuno ci dicesse se, tutti questi asintomatici, alla fine poi si ammalano o passano indenni l’attacco del virus. Notizia che sarebbe per noi ben più utile di tutti i numeri infilati a caso quotidianamente.
Insomma viviamo come sospesi camminando su un ipotetico filo in attesa di un appoggio sicuro o di precipitare.
Così, travolta da questi terribili dubbi in cui la mia mente si perde, all’improvviso realizzo che nessuno si è posto il problema di quanti droplet finiscano sulla torta mentre si soffia sulle candeline.
Di certo non mangerò più torte di compleanno.
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