I blackout della mente

(Foto pixabay)
 
Quante cose facciamo in modo meccanico mentre la mente pensa a qualcos’altro? 
Quante volte siete arrivati in un luogo consueto senza ricordare la strada percorsa perché distratti da una telefonata?
Quante volte avete dimenticato accese luci, dimenticato dove avete parcheggiato la macchina, cercato la macchina nel consueto parcheggio mentre quel giorno la macchina era dal meccanico e avete preso l’autobus?
Quante volte siete tornati a controllare se avevate chiuso una porta, una finestra, perché sono gesti che fate automaticamente e la mente distratta non li registra? 
Quante volte avete improvvisamente dimenticato un codice o una password che magari usate quotidianamente ma che in quel momento per un assurdo blackout al posto di quel numero o codice c’è solo il vuoto? 
Pensateci e rispondetevi sinceramente. 
Ora davvero qualcuno si sente di puntare il dito verso quella madre che ha dimenticato la propria figlia in auto presa da automatismi incomprensibili che hanno cancellato il fatto di non essersi fermata al nido? 
Qualcuno si sente di giudicare questa donna in questa frenetica vita quotidiana dove ognuno di noi deve essere sempre presente, sempre sul pezzo, senza alcuna debolezza? 
Voi forse sarete tornati a casa a spegnere le luci, avrete pensato per un attimo che vi avessero rubato la macchina non trovandola nel consueto parcheggio, avrete bruciato una pietanza sul fuoco o avrete sbagliato il pin del bancomat. 
Ma quella madre, quella madre non potrà più dimenticare, si incolperà ogni giorno, ogni minuto per quel blackout della sua mente che le ha fatto dimenticare la figlia in auto. 
Non dimenticherà più il momento terribile in cui, vedendo  quel corpicino esanime, in un lampo ha ricordato di aver saltato una tappa della sua giornata per arrivare puntuale all’appuntamento che aveva con il destino. 
Di fronte a questi episodi che, per quanto mi riguarda, stanno diventando anche troppi solo una cosa si può fare perché non accada più. 
Attivare procedure di controllo esterno. 
Il bambino non viene portato al nido senza che qualcuno ne giustifichi l’assenza? La scuola deve chiamare per sapere perché. 
Esistono già rivelatori di presenza che collegati ai seggiolini impediscano la chiusura dell’auto ed emettano segnali acustici se sul seggiolino c’è un bambino. 
Rendiamoli obbligatori. 
Non permettiamo che accada di nuovo. 
Non permettiamo che altri genitori piangano morti così assurde.
Non giudico, abbraccio invece virtualmente quella donna, quella famiglia che non avrà più pace.
Fatelo anche voi. 

 

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