Cyberbullismo impunito

Una tredicenne di Parma per 9 mesi ha insultato la Lucarelli sui social – Facebook in particolare – (questa volta è la Lucarelli ma succede quotidianamente con persone famose e non) così come fanno purtroppo molti ragazzini (e anche non ragazzini) pensando che sia un gioco fare cyberbullismo convinti di non venire mai scoperti se nascosti da profili anonimi.
Una piaga “social” da combattere strenuamente, a mio parere, con ogni mezzo.
Ma il problema principale è che i genitori e gli educatori in genere non si rendono conto che occorre -anche- una educazione digitale.
Purtroppo si assiste sempre più spesso ad una quasi totale mancanza di educazione e rispetto nei ragazzi e adolescenti che se ne vanno in giro “bulleggiando” a scuola, per strada, sugli autobus, ovunque.
La tredicenne è stata smascherata (della serie puniamone uno per educarne tanti) ma poi leggi che la madre della tredicenne pur scusandosi con la Lucarelli (e meno male che non ha preso le difese della figlia come a volte fanno certi genitori) quando la Blogger  le suggerisce come punizione il blocco del profilo Facebook della ragazzina, la madre dice che non lo farà perché la figlia si è messa a piangere disperatamente.
Di fronte a questo episodio non c’è più bisogno di capire che, se si perdono queste occasioni per educare, abbiamo perso tutti.
Perché se due schiaffoni ben assestati dai genitori (come era consueto fare una volta) non si possono più dare per non venire accusati di “violenza domestica” il blocco del profilo Facebook viene forse considerato “sequestro social” punito dalla legge?
Non ci sarà mai educazione senza punizione degli errori a mio parere.
Così i ragazzini se ne fregheranno di tutto perché tanto, dopo una sgridata, faranno quello che facevano prima certi dell’impunità e di ricevere comunque a Natale un bel cellulare nuovo con il quale perpetuare il loro bullismo social.

Credo che tutto questo sia inaccettabile.

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