Art. 18 un falso problema

Periodicamente torna alla ribalta la “minaccia” di abolire o modificare l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. Non intendo assolutamente fare un trattato su tale norma, voglio solo farvi riflettere sul fatto che, molto spesso, ciò che si percepisce se non si è del “mestiere” è qualcosa di terribile, di catastrofico, di perdita di diritti inalienabili e ci si accinge alla protesta senza confine, quella da barricate.
Il sindacato naturalmente ci va a nozze a prescindere.
Svolgendo attività professionale di Consulente del Lavoro ho visto da vicino le realtà datori di lavoro / dipendenti e vi dico il mio modestissimo pensiero in merito.
Chiarisco che non mi riferisco a possibili norme di modifica del Governo Renzi che non ho nemmeno letto e quindi non so se possono esser utili o meno (mi riservo di verificarne la possibile efficacia), [a lui mi permetterei di suggerire che se ascoltasse due paroline della nostra Presidente dell’Ordine Marina Calderone magari troveremmo il modo di creare un provvedimento utile davvero… ma la semplificazione non è di questo mondo],  mi riferisco invece al bailamme di commenti che sto leggendo sui social in questi giorni e che danno l’idea di quanto poco le persone ragionino con la propria testa ma seguano, come sempre, il gregge che va per la maggiore.
Fra l’altro la Fornero oltre agli altri dann… provvedimenti, ha già apportato modifiche all’articolo 18 … qualcuno se ne era accorto?
Credo che, in un tempo di crisi come questo, con la disoccupazione dilagante soprattutto fra i giovani, occorra muoversi e modificare qualcosa. Senza se e senza ma.
Se restiamo arroccati, avremo tutele indistruttibili (forse) ma i nostri disoccupati continueranno a restare disoccupati.
Qualche modifica e introduzione di flessibilità va fatta, soprattutto nelle realtà medio piccole.
Molto spesso ho visto applicate le tutele dell’articolo 18 a favore di soggetti cosiddetti lavativi, super-assenteisti a danno, ovviamente, di soggetti che invece hanno voglia di lavorare.
Uno dei problemi più grossi dell’applicazione dell’articolo 18 non è il fatto che si debba passare attraverso la decisione di un Giudice ma il fatto che tale decisione arriverà dopo secoli e secoli lasciando l’azienda in un limbo che scoraggerà i licenziamenti ma impedirà anche la possibilità di nuove assunzioni se la spada di Damocle del reintegro resterà appesa sull’azienda così tanto tempo.
Si parla tanto in questi giorni di “Modello Tedesco” mi risulta che in Germania esistano consigli di fabbrica in cui lavoratori eletti, indipendentemente dall’appartenenza al sindacato o meno, possono dare parere favorevole al licenziamento di un dipendente qualora lo stesso sia stato scorretto nei confronti dell’azienda. A voi non piacerebbe poter mettere in pratica un simile meccanismo?
I nostri mali sono molto più grandi di un licenziamento in più o in meno. Purtroppo.
Oggi Aziende che hanno meno di 15 dipendenti, chiuderebbero l’azienda piuttosto di assumere il 16mo ed ecco il dilagare di co.co.co, di lavoratori interinali e così via.
Fidatevi, molte piccole aziende assumerebbero personale, ma in un momento così di crisi vorrebbero trovare il soggetto giusto, quindi vorrebbero andare a convivere ma non sposarsi fino a che morte non li separi. E se accettate che i vostri figli vadano a convivere con la fidanzata, davvero non accettereste una tutela inferiore purché i vostri figli trovassero un lavoro?
In un momento di crisi così pesante come questo, non possiamo arroccarci sulla “tutela del posto di lavoro” perché al momento attuale tutela non c’è per nessuno, le aziende chiudono in continuazione e in Italia facciamo battaglie per mantenere inalterato l’Art.18 ma non facciamo nessuna battaglia perché il Governo aiuti le imprese affinché possano assumere personale.
Così le imprese chiudono e addio tutela dell’articolo 18 per tutti. Addio tutele e basta.
E’ finito il tempo delle “vacche grasse” per tutti, imprenditori compresi.
I datori di lavoro che negli anni sono passati davanti a me, non hanno mai avuto nessun interesse a licenziare lavoratori. Sanno che sono anche i lavoratori che permettono la produzione, la gestione, la prosperità di una azienda.
Mi sono trovata invece nella impossibilità, ad esempio, di licenziare un dipendente che si presentava quotidianamente al lavoro ubriaco addormentandosi nel forno di una carrozzeria e mettendo in pericolo se stesso e i suoi colleghi.
Capite quello che intendo?
Se non daremo la possibilità di allargare un po’ le maglie di questa tutela almeno per le piccole aziende, il datore non avrà altro modo di sopravvivere alla crisi che chiudere licenziando tutti quanti.
E in previsione di una tiepida ripresa, perché non trovare degli accorgimenti affinché il datore di lavoro non abbia il terrore di assumere a tempo indeterminato un lavoratore con il rischio di trovarsi nella impossibilità di licenziarlo?
E ancora, potendo voi potenzialmente essere assunti vorreste che la tutela legale mantenesse in una botte di ferro il lavoratore assenteista, lavativo ma talmente furbo da viaggiare “borderline” e non consentire un licenziamento per giusta-causa?
Quindi lasciamo pure le tutele dell’articolo 18, lasciamo pure il ricorso al giudice in caso di licenziamento illegittimo, ma sveltiamo la procedura fra i vari gradi di giudizio, ricorriamo a Commissioni di conciliazione, blindiamo un po’ di più i lavoratori ultracinquantenni che potrebbero avere difficoltà a rioccuparsi, agevolandone per esempio il prepensionamento o un lavoro a tempo parziale, ma introduciamo norme più elastiche in fase di prima assunzione e ritocchiamo (ad esempio) alleggerendo le norme sul reintegro per le aziende fra i 15 dipendenti e i 20 dipendenti per incentivarle ad assumere e a non ricorrere ai co.co.co come scorciatoia al “matrimonio fino a che morte non ci separi” o addirittura al lavoro nero.
Mi permetto un’ultima riflessione: di recente sono state approvate norme relativamente al lavoro a tempo determinato. Personalmente trovo questi provvedimenti scritti in modo approssimativo, e non utili allo scopo per cui sono stati varati,  ecco perché temo che, mentre si discuterà sull’articolo 18 e il sindacato farà un figurone opponendosi a tutte le possibilità di modifica, verranno approvate sotto i nostri occhi norme che, se guardate per bene, ci danneggeranno più di una possibile flessibilità.
Della serie accaniamoci sulla trave e lasciamo passare centinaia di pagliuzze che ci costruiranno un muro davanti.

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