C’è chi pensa di conoscerti soltanto perché ha letto due parole di te su Twitter, oppure perché, per ben due giorni, ha condiviso pensieri in botta e risposta su un social.
Pensa di sapere chi sei e cosa ti piace, solo perché hai pubblicato due foto mentre mangi o sorridi o fai shopping.
Qualcuno ti critica perché sei troppo seria, o troppo allegra, o fai satira quando c’è una notizia triste, o non commenti una notizia di politica.
Qualcuno pensa di sapere la croce che metterai dentro l’urna di una cabina elettorale solo perché hai fatto un commento su Berlusconi o Renzi o Grillo.
Qualcuno pensa che tu sia ‘abbordabile” solo perché fai la spiritosa con un follower, che invece magari conosci davvero e quindi ti puoi permettere la confidenza.
Qualcuno pensa che te la tiri se non rispondi, che fai troppe menzioni o troppi retweet o pochi retweet. Alcuni addirittura si permettono di farsi un giudizio su di te, solo perché qualcun’altro gli ha detto che tu…
Qualcuno che sei troppo questo, troppo quello, poco questo e troppo quell’altro. Qualcuno dimentica che con il tasto defollow può ignorare che esisti e non leggerti più.
Qualcuno si diverte ad attaccarti per i tuoi difetti fisici, perché non sei giovane o perché hai i capelli bianchi, ignorando che, per te, aver accettato i tuoi difetti o l’età che hai raggiunto maturando é una conquista o che i tuoi capelli grigi sono una scelta e non un problema.
Tristezze di chi non ha altri argomenti per cercare di sminuirti, senza sapere che la tua autostima dipende in minima percentuale da quello che pensano gli altri, ma dalla stima che TU stessa hai per te.
Chi ti attacca personalmente deve covare un livore personale nei tuoi confronti oppure non si spiega come può aver voglia di discutere con te se non farti arrabbiare gratuitamente. Strano sport.
Anch’io commento quello che leggo, commento in modo generale, faccio anche critiche generali, cerco di far riflettere o sorridere, ma non mi permetterei di giudicare singolarmente qualcuno che non ho conosciuto di persona e con il quale ho scambiato solo poche parole.
Chi lo fa è presuntuoso e, molto spesso, vuol dare aria ai denti con le sue parole.
Queste situazioni che ho descritto sono quelle che mi fanno sbottare, che mi fanno perdere la calma proverbiale che di solito mi contraddistingue, che mi fanno dimenticare di essere una signora.
Perché so quanto queste critiche, su qualcuno meno risolto di me, possono far male, so quanto in passato mi hanno fatto male. Finché non ho capito che il problema non era il mio, ma di chi parlava senza sapere.
Senza sapere il mio vissuto, la mia storia. Senza aver mai condiviso nulla con me.
Per questo mi schiero spesso al fianco di chi viene attaccato gratuitamente, di chi viene criticato senza essere conosciuto. Ai tentativi di sminuire questa o quella persona.
Oggi mi andava di dirvi questo, ma non pensate di conoscermi comunque da queste parole. Io sono questo e molto altro e le critiche potranno anche infastidirmi, se sono completamente errate, ma non cambieranno quello che sono, non faranno di me una persona peggiore e soprattutto non faranno di chi critica una persona migliore.
Non dimenticate mai che, come le rose, posso anche pungere.
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