Quando l’amore è malato

Chi ha detto che l’amore è sempre positivo? Non sempre, fidatevi, non sempre.
A volte incontri persone che non amano o che amano in modo malato. Qualche giorno fa, mi ha colpito una frase che ho letto, il cui senso era più o meno questo:
Abbiamo l’abitudine di definire un genitore che controlla eccessivamente le azioni di un figlio: “iperprotettivo”, ma il termine è fuorviante.
Questi genitori, infatti, producono esattamente l’opposto di una protezione, perché sostituendosi ai figli nelle scelte e nelle azioni, producono un individuo molto insicuro che non sarà in grado di essere autonomo e di gestire la propria vita.
Io ne vedo tanti di genitori così e vedo tanti individui che non escono mai dall’adolescenza, individui incapaci di prendere una decisione autonoma, di farsi carico di responsabilità, di avviare una relazione costruttiva, di lasciarsi alle spalle l’egoismo tipico del bambino per far spazio agli altri.
Credo che intere generazioni abbiano questo problema, generazioni dove i genitori hanno spianato la strada dando ai propri figli quello di cui loro erano stati privati o che avevano conquistato con grandissima fatica e sforzo. Impedendo, di fatto, la crescita e la capacità di questi figli di guadagnarsi un loro posto nel mondo in modo autonomo.
Ovviamente non tutti i figli sono così e non tutti i genitori hanno commesso questo errore, ma ne vedo tanti, veramente tanti, e soprattutto vedo anche diversità all’interno della stessa famiglia dove il comportamento fra i figli non è stato uguale, producendo quindi distorsioni e comportamenti diversi fra i figli di una stessa coppia.
 
In molti di questi casi, se volessimo analizzare ciò che spinge i genitori a questi comportamenti errati, ci verrebbe da dire che si tratta di un “eccesso d’amore”.
Anche di questo io non sono così convinta, alle spalle c’è probabilmente un ego personale che spinge a “creare” questa appendice di sé, come il genitore la vorrebbe e solo così il genitore riesce a gioire della creatura che sta plasmando. Non sempre questo è amore.
 
Potrei continuare per ore su questo argomento che ho analizzato molto bene, ma credo che ognuno saprà fare le proprie valutazioni.
 
Il fatto che io non abbia avuto figli non mi impedisce di riflettere e di ragionare su questo argomento anche perché la mia preparazione partita dal metodo “Montessori” – quando ancora pensavo che fare la Maestra di scuola materna sarebbe stata il mio futuro – ed anni di insegnamento a scuola a ragazzi poco più che adolescenti e poi a praticanti già adulti mi permette di poter esprimere un giudizio obiettivo.
 

Ai genitori di figli piccoli direi, siete in tempo per dare regole ai vostri figli, qualche negazione, qualche insegnamento alla rinuncia e al sacrificio, il rispetto per gli altri. Quello stesso rispetto che vorrete per voi fra tanti anni e che figli egoisti non vi saprebbero dare.

Credo anche che questa crisi, che sta colpendo così duramente le famiglie, obblighi ad una svolta nelle priorità, nei consumi, negli acquisti, nei valori di famiglia che abbiamo perso per strada.
I nostri vecchi sono meno spaventati di noi davanti alle rinunce, ancora qualcuno si ricorda un unico paio di scarpe, a volte l’impossibilità di mettere insieme un pasto decente, l’andare a lavorare in bicicletta con qualunque tempo e gli indumenti solo per “la festa”.
Questo ci dovrebbe far meditare un cambiamento anche sui nostri obiettivi e sulle nostre aspettative future.

Tornando all’argomento principale da cui ho divagato ricordiamo che l’amore ha molte forme e non sempre la parola amore corrisponde al nostro ideale di bellezza.

Molto stesso l’amore é malato di una malattia di cui ancora non esiste cura, su questo dovremmo sforzarci di fare ricerca. Personale.

 

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