Recenti avvenimenti mi hanno fatto riflettere su quanto sia diffuso il “bullismo” sul web.
Il problema, al di là della cronaca che abbiamo letto in questi giorni, è talmente diffuso che meriterebbe un’attenzione maggiore da parte di tutti.
Quanti ragazzini accedono al mondo del web sprovvisti di qualunque arma per “difendersi” da attacchi di persone che nemmeno conoscono e che li dileggiano e offendono senza esclusione di colpi.
Ritengo di non essere in grado di trovare una “cura”, credo che solo gli adulti possano aiutare i loro figli, studenti, nipoti stando loro vicini e osservando certi segnali che non vanno mai trascurati.
E’ comunque un fenomeno che richiede al più presto un’attenzione importante, un monitoraggio costante da parte degli adulti sui ragazzi che immaginiamo al riparo nella loro cameretta e invece sono liberi nel web ed è come se fossero liberi per le strade, nessuno li può toccare fisicamente ma molti possono “toccarli” psicologicamente.
Riflettiamo noi adulti e pensiamo una strategia per difendere i nostri ragazzi. Pensiamo come difenderli senza prevaricarli. Soprattutto cerchiamo di capire chi sono i più deboli che, attaccati, non hanno armi psicologiche sufficienti per reagire.
Questa cosa mi fa riflettere tanto, lancio la riflessione anche a voi che forse qualche idea riuscite a metterla insieme….
Intanto ho trovato in rete alcune notizie che potrebbero leggere tutti coloro che hanno a che fare con i ragazzi ed in particolare mi hanno fatto riflettere alcune frasi che vi copio e che sarebbero da mostrare loro.
Evitare di rispondere arrabbiandosi, per non dare al bullo il divertimento che va cercando.
Mantenere una certa fermezza e “forza” nelle risposte; esitazione o debolezza incoraggeranno il bullo nel perpetrare le sue azioni offensive. Nessuno può notare la reazione iniziale di chi è vittima, per cui la mancanza di contatto fisico può tornare utile a quest’ultima, e deve essere utilizzata per apparire calmi e forti.
Tuttavia agire sul singolo bullo non è sufficiente per ridurre il fenomeno del bullismo. Egli, infatti, non percepisce assolutamente le sue azioni come un problema.
Ho letto sull’argomento un articolo di Selvaggia Lucarelli (che non sempre incontra il mio pensiero) che vi invito a leggere.
Per alleggerire, noto che anche nel mondo adulto i “bulletti” restano tali.
Sono coloro che non riescono a trovare una reale collocazione matura nella vita e che, fermi all’adolescenza, restano preda degli stessi meccanismi.
Per emergere devono dileggiare altre persone, trovare uno o più obiettivi ed accanirvisi contro, creando una “squadra” di persone che li appoggiano e li seguono nelle loro scorribande virtuali.
Ho riflettuto molto anche su questo fenomeno e sono arrivata ad una conclusione che, in questo caso, è più facile da attuare perché si rivolge ad un pubblico adulto.
Non c’è altro modo che “isolarli” temo, perché un dialogo costruttivo con queste persone non esiste. Sono persone incapaci di rapportarsi agli altri in un confronto maturo, e di rendersi conto che costituiscono il “problema”, hanno reazioni adolescenziali che difficilmente sono governabili.
Occorre lasciarli fare le loro scorribande con i loro seguaci e ignorarli il più possibile, perché è nella visibilità che trovano forza, è nell’attirare l’attenzione degli altri che trovano alimento per sopravvivere nel web.
Questo tipo di frustrazione non può certo essere corretto con il dialogo.
Meditiamo.
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