Sopravvissuta al Natale

Ebbene si, oggi 25 di dicembre, si è fatta sera e il fatto che io scriva qui, significa un sola cosa:
Sono sopravvissuta al Natale.

Per me non é poco. Ci rido su ovviamente, ma non amo il natale, questo periodo dell’anno é quello che mi é meno propizio, quello dove sono meno solare, quello che mi pervade di malinconia. Forse é il sole in transito in capricorno che muove pianeti a me avversi. Resta il fatto che non amo l’aspettativa di qualcosa che forse poi ci lascerà delusi. Non amo il caos pre-natalizio di gente impazzita alla ricerca dei regali, all’acquisto del cibo, al trasporto di pacchi qui e lá. Non amo l’obbligo di partecipazione a incontri prestabiliti che il natale ci impone.

Purtroppo non ho mai vissuto il natale in modo festoso, c’era certo qualche disgrazia incombente in famiglia che poi, puntualmente, non si verificava ma che, intanto, aveva gia funestato il periodo di festa.
Un modo di vivere la vita che io aborro ma che mi ha pesantemente condizionato negli anni infantili e adolescenziali.

Detto questo é di tutta evidenza che io non vivo bene questo periodo, così faccio di tutto per evitare certi ricordi spiacevoli ma, non potendo entrare in letargo o in un convento di clausura, in questi giorni devo fare buon viso a cattivo gioco.

Allora ho scelto comunque la solarità che mi spinge ad addobbare la casa di tutto punto: albero, palline e decori di mille forme. Agrifoglio in giardino carico di bacche rosse (che pare piantato esattamente per questo scopo) e coperto opportunamente di lucine, complice il marito tra gli addobbi annoveriamo carillon a sfera e giostre e trenini e suoni magici, e ancora acquisto di piccoli regali per tutti i bambini del vicinato e casa piena di vicini di casa per il brindisi Natalizio il pomeriggio della vigilia.

Rumori, suoni e risate a stordire la malinconia. Una meravigliosa tradizione creata alcuni anni fa che adoro e che voglio proseguire nel tempo.

Cucino cose buone e tradizionali, come in ogni famiglia si fa. Invito gli amici per una cena una settimana prima dell’ora X.

E poi, inevitabile, la riunione familiare un po’ azzoppata di cui ovviamente non sto a descrivervi i risvolti…. ed ecco infine che, terminato il giorno del 25 dicembre, qualunque tempo meterologico sia all’esterno, io vivo come uno squarcio di sole dopo a tempesta e, seppure un po’ appesantita dal cibo che inevitabilmente abbonda, mi pare di librarmi leggera nell’aria.

So che in ogni casa c’é il neo, il problema, il parente, l’avvenimento negativo e quindi come posso io lamentarmi? Penso che persone ben più sfortunate di me vivranno giorni bui e non mi sento davvero in diritto di portare miei lamenti fuori dal mio cuore, anche se guardo con un pizzico di invida a certi racconti di immensi ritrovi famigliari gonfi d’amore.

Ma ora è sera ed io, sopravvissuta anche a questo Natale… sorrido!

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