Inevitabile per me dire due parole sulla terribile vicenda di quel bambino di 10 anni, trascinato a forza fuori da scuola per rendere esecutivo un provvedimento del Giudice.
Nessuno di noi può sapere che tipo di contrasto esista fra questi due genitori che si sono separati, quello che invece è chiaro è che la separazione di questi ex coniugi influisce pesantemente su questo figlio di cui, lasciatemelo dire, né il padre né la madre appaiono come adeguati genitori.
Quello che mi pare di capire dall’esterno e da quanto leggo e ascolto è che, quanto è avvenuto è l’atto finale (solo per ora) di una guerra senza esclusione di colpi, dove un provvedimento del Giudice di affidamento del minore al padre – che immagino argomentato da validi motivi – rimane disatteso per mesi e mesi, con il rifiuto della famiglia materna di dare esecuzione a tale provvedimento fino ad arrivare inevitabilmente all’episodio drammatico dell’altro giorno.
Un bambino che, non ha mai avuto una figura paterna perché la famiglia materna coalizzata ha impedito i rapporti fra i due. Famiglia materna che, da quello che si vede, ha probabilmente pilotato le decisioni di questo bambino, perché è inevitabile che con parole e comportamenti abbiano condizionato le sue decisioni autonome.
Troppo spesso si vedono situazioni di questo tipo, dove i conflitti individuali fanno dimenticare completamente il ruolo genitoriale.
Ho visto l’aggressività della zia e mi ha colpito che questa famiglia pur sapendo che, prima o poi, il provvedimento del Giudice sarebbe stato eseguito con la forza e l’ausilio di Polizia e degli assistenti sociali, nonostante questo nessuno abbiano cercato mediazione e accompagnamento per quello che era comunque un epilogo inevitabile e traumatico per il piccolo, anziché premunirsi di telecamera e fare appostamenti quotidiani per documentare l’evento che, ovviamente, non è certo stato protettivo del minore. Ad aumentare l’ansia del piccolo sicuramente l’opposizione del nonno e della zia che, anziché consolare il nipote, si è preoccupata di riprendere tutta la scena.
Sento a gran voce dire che il bambino deve tornare alla madre, ma siamo certi che il suo bene sia questo? E’ evidente che ogni bambino ha bisogno della madre, ma con quali modalità? E di un padre non ha forse bisogno?
Come possiamo giudicare noi che non abbiamo conosciuto tutti gli atti, tutte le perizie di psicologi e psichiatri o le motivazioni del Giudice, che ha emesso il provvedimento di affidamento al padre dopo un periodo di “resettaggio” dell’eventuale condizionamento subito?
Quanti errori commessi da tutti, quanto male fatto al minore che, oltre a quello che starà passando ora nella sua condizione di “carcerato” strappato a tutti gli affetti conosciuti (amici compresi), da adolescente o da adulto arriverà comunque a pagare il conto della sua vita passata in “ostaggio” di una famiglia a scapito dell’altra. Di figlio usato da entrambi i genitori come pedina di punizione per l’altro: reo di aver deciso o subito la rottura del matrimonio.
Triste anche che tante, troppe, persone abbiano deciso la vita di questo bambino a suon di carte e udienze in Tribunale, anziché accompagnarla in un percorso di amore come sarebbe di diritto di ogni creatura messa al mondo senza averlo scelto.
Io so quanto pesante possa essere il condizionamento di uno o più famigliari sulle decisioni di un individuo e quanto male può fare un genitore o un famigliare castrante.
Purtroppo di storie come queste ce ne sono centinaia e questa è balzata alla nostra attenzione a causa di un video che nessuno ha esitato a mettere in piazza e in TV invece di usarlo per eventuale modifica della sentenza o per la prosecuzione di questa causa.
E anche questo mettere in piazza, andare a parlarne in TV, non credo sia fatto per il bene del bambino, ma per l’ennesima rivalsa di un coniuge nei confronti dell’altro e dai vari programmi TV per un po’ di audience in più.
Comunque vada la vittima sacrificale di tutto questo è lui, il bimbo conteso.
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