Oggi vesto i miei panni professionali per parlarvi di un argomento meno frivolo ma ugualmente importante e che interessa tutti noi.
Ieri ero ad un convegno per parlare della manovra del Governo in corso di approvazione e il mio parere, quello dei colleghi Consulenti del Lavoro e anche del Relatore è che si è persa l’ennesima occasione per cambiare qualcosa in meglio.
Quello che cambia è una serie di punti, poco credibili, che rivoltano le norme ma di fatto non aiutano le imprese e quindi non aiutano l’occupazione, Norme che paiono rimaneggiate all’ultimo momento per accontentare forse questa o quella parte politica, sindacale o imprenditoriale. Nessun vero cambiamento. Tanto fumo e poco arrosto.
Quello che salta all’occhio è che le imprese vengono caricate di altri costi quali quello di eventuali prepensionamenti per i lavoratori, per la disoccupazione, aggravi per il tempo determinato, aumento contributivo per contratti di collaborazione, che sarebbe anche giusto per garantire tutele maggiori, ma i contratti di collaborazione non hanno più senso di esistere visto quanto vengono accomunati al lavoro dipendente. E voi pensate davvero che tutti questi ostacoli farà si che le aziende ricorrano al lavoro dipendente a tempo indeterminato e non alle collaborazioni? Ma quando mai con una cristi stringente e senza fine? Il concetto sarebbe anche corretto sia per le collaborazioni o anche nel voler diminuire le partite IVA con unico committente, ma in un momento critico come questo, anche questi lavoratori “autonomi” che secondo l’intento del Governo dovrebbero diventare lavoratori a tempo indeterminato, finiranno invece ad aumentare la schiera dei disoccupati.
Anche tutto il bailamme sulle modifiche all’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori è stato tanto fumo negli occhi, a mio parere, per confondere l’opinione pubblica e distogliere l’attenzione da altre situazioni spinose che via via invece venivano introdotte quasi alla chetichella. Di fatto sull’articolo 18 cambia poco anzi pochissimo, vengono create situazioni borderline che creeranno più cause e verrà dato più potere ai giudici. Per le aziende che hanno meno di 15 dipendenti di fatto resta tutto come prima e anche per le aziende con più di 15 dipendenti il licenziamento non diventa sicuramente più facile, anzi le aziende dovranno anche contribuire monetariamente alla disoccupazione del lavoratori, una specie di buonuscita da versare all’INPS. Quanto ai prepensionamenti per incentivare l’esodo dei lavoratori, lo Stato si è messo al coperto facendo di fatto pagare il costo relativo alle aziende che dovranno pagare gli importi che l’INPS riverserà ai lavoratori come pensioni e a prestare garanzia attraverso fideiussione (tornano le banche… ma guarda). Ma chi mai incentiverà l’esodo dei lavoratori per creare nuova occupazione? Nessuno credo.
Occorrevano, sempre a mio parere, forti incentivi per le aziende e forti incentivi per le assunzioni e poi solo DOPO aver fatto ripartire l’economia andavano messi importanti paletti per evitare tutti gli abusi.
Non vedo bene questa manovra e non mi convincerà nessuno che sia fatta a favore dell’Italia.
Comunque se volete leggervi pareri sicuramente più autorevoli del mio, vi indico il link delle circolari emesse dalla Fondazione Studi dei Consulenti del lavoro, in attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto che avrebbe dovuto cambiare le sorti del lavoro. Permettetemi infine un ultimo commento: visto che di “Governo Tecnico” si trattava quale miglior interlocutore in materia di Lavoro era la nostra Presidente Marina Calderone che riveste peraltro anche la qualifica di Presidente del CUP nazionale?
Questo era un vero parere tecnico, un parere di chi vive in prima persona e ha il polso della situazione lavorativa in Italia attraverso i propri iscritti che operano capillarmente.
Comincia la discussione