In questo salotto, come sapete, voglio affrontare le cose in modo salottiero quindi non voglio addentrarmi troppo in argomenti tecnici o politici. In un salotto però si discute anche di quello che si vede al telegiornale e questa mattina lo voglio fare anch’io.
Nei giorni scorsi si è ventilata una proposta, vista la crisi che attanaglia molte imprese, di permettere alle imprese che vantano crediti verso lo Stato, di poter compensare tali crediti con le tasse che devono pagare alla stessa Amministrazione Pubblica. Che bello, ho pensato, una buona idea.
Questa mattina al telegiornale ho sentito il presidente del Consiglio Monti, interpellato sull’argomento, negare tassativamente tale opportunità. “E’ impensabile che le imprese che vantano crediti nei confronti dello stato, che al momento di pagare le tasse non le paghino compensando … “
Perché Mr. Monti mi chiedo io? Perché è impensabile.
Se lo stato ha commissionato un lavoro, e lo stato è inadempiente verso chi ha svolto questo lavoro, perché l’impresa in questione dovrebbe continuare a pagare le tasse dovute, anche se non ha i soldi per pagarle, perché il suo principale cliente non ottempera alla sua parte di obbligazione?
Da sempre, e non ci vuole un contabile per capirlo, e mi creda Prof. Monti io avrei anche competenze contabili, a lavoro svolto corrisponde un corrispettivo, che permette all’azienda di pagare i dipendenti, i propri fornitori e tutte le spese conseguenti. E’ matematica.
Provi a immaginare Prof. Monti, lei che di numeri ci capisce, che lei fosse un benzinaio e avesse un cliente fisso che sta passando una momentanea difficoltà, e le chiede di pagare la benzina a fine mese. Bene, supponiamo anche che a fine mese, il cliente in questione abbia difficoltà a pagare il proprio debito perché ha problemi a far quadrare il bilancio. E supponiamo pure che la professione di questo suo cliente sia fare il giornalaio. Ora lei ogni giorno va a prendere la consueta dose di informazione, non troverebbe corretto che il giornalaio, anziché farle pagare i giornali, estinguesse piano piano il proprio debito nei suoi confronti e togliesse dalle proprie tasche le spese dei suoi giornali per pagare i propri fornitori? Oppure troverebbe corretto che il giornalaio le dicesse “no caro il mio benzinaio, tu intanto mi paghi i giornali, poi del mio debito verso di te, quando potrò pagherò”.
No Prof. Monti. Non funziona così.
Mi dispiace, non voglio tornare all’epoca medioevale degli scambi in natura, ma se la matematica non è un’opinione, non è possibile permettere che un’impresa chiuda perché non ha di che pagare i propri dipendenti, ma che sia invece obbligata a pagare i contributi allo Stato quando lo Stato è inadempiente nei suoi confronti. In questo modo si risana il bilancio dello stato non pagando i propri fornitori… Non esiste nella logica.
Lei pensa davvero che non accada questo nella realtà? Le assicuro che accade, io personalmente ho visto aziende chiudere nella migliore delle ipotesi o fallire nella peggiore, pur vantando crediti nei confronti dell’amministrazione Pubblica. Le assicuro che è questa è la realtà.
Questa operazione che lei trova così “impensabile” si chiama “compensazione” ed è regolarmente prevista dal nostro ordinamento per compensare i debiti ad esempio previdenziali, con crediti fiscali o viceversa dello stesso soggetto. Si tratta di permettere analoga compensazione fra Stato che riceve le imposte e impresa creditrice verso lo Stato. Solo una partita di giro contabile. Oppure si vuole sanare il bilancio dello stato non pagando i propri debiti verso i cittadini. Non credo proprio funzioni così.
Un buon padre di famiglia lo capirebbe immediatamente. E lei che ne dice prof. Monti?
Certo… qui ne stiamo parlando in un salotto… fra gente comune, ma ne parlano nei bar, ne parlano nelle aziende, ne parla il titolare che deve spiegare al proprio dipendente che sta perdendo il lavoro perché lo Stato non paga il proprio debito, ne parla la casalinga, ma ne parla anche il professionista che lavora con i numeri tutti i giorni.
Ci pensi Prof. Monti. Sono certa che troverà che la negazione di questa opportunità è assurda.
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