Indosso il mio miglior sorriso di oggi e pubblico volentieri quello che il twittamico @PeregoA ha voluto condividere con me e quindi con voi nel mio salotto. Aspetto il vostro parere sull’argomento, che come vedrete, è sicuramente argomento da “salotto”.
Lo accolgo volentieri e vi giro i suoi pensieri augurandomi che questo non sia un fenomeno isolato, ma diventi una piacevole abitudine.
Ti ringrazio Alberto e spero che le fette di salame, che ho tagliato oggi in tuo onore, tu possa assaggiarle al più presto. 🙂
Petteg-Olezzo digitale.
Piacevolmente ospitato in questo neonato “salotto” della cara amica Z che ringrazio, con il sorriso, come da Lei ben consigliato, mi ritrovo a scrivere su di un argomento spesso ricorrente nei salotti, ovvero il Pettegolezzo.
Si avete capito bene il Pettegolezzo, quella brutta parola da scansare che già all’interno ha quel non so che di maleodorante, ricettacolo di creative fantasie assurde e maligne, cassa di risonanza di maldicenze e cattiverie inventate, che fanno da companatico alla scarsità di informazioni creanti losche immagini di sottofondo sottese a distruggere con invidia ed tracotanza il prossimo.
Si proprio Lui quell’orrendo termine che ora, con sprezzante coraggio cercherò di ravvivare con impavida scrittura.
Dal parrucchiere con i bigodini, in piazza con brusìo di sottofondo, al bar davanti ad uno Spritzino può assumere accezione negativa, certamente, poiché spesso il malcapitato oggetto della maldicenza è conosciuto, tutti sanno tutto di lui e da li s’innesca la cattiveria detonata dalla noia del voler dir qualcosa, dall’arroganza del saper il di più o semplicemente dalla voglia di perder tempo inutilmente.
Finito questo preambolo un po’ “funambolo” nell’introdurre il vero argomento di riflessione ovvero le Impressioni e le Sensazioni che un luogo da me frequentato quale Twitter, spesso mi propone nel twittare con tizio o caio.
Twitter è la piacevole anticamera della contaminazione, trovi variegate tipologie di persone e di argomenti che ad un curioso e camaleontico essere come me, trova lieto focolare quotidiano, trovo gradevole poter scherzare come ai tempi del liceo con una persona e contestualmente conversare sull’ecologia e sul packaging dei detersivi con un’altra.
Questo meccanismo non può chiaramente esimersi dall’essere tempestato di Sensazioni e Impressioni su frasi (tweet) che possono assumere moltitudini interpretative stimolando ermeneutiche bizzarre e beffarde, dettate da emittenti in certi casi, con cristalline ambiguità.
Nella psicologia della comunicazione il pettegolezzo e’ definito come elemento di certa presenza nei gruppi di persone con lo scopo ben preciso di far evolvere la storia dello stesso gruppo che lo innesca nei momenti carenti di sana ed edificante argomentazione.
Wikipedia definisce il pettegolezzo così: Con il termine pettegolezzos’intende una serie di chiacchiere ritenute inopportune o indiscrete nei confronti di altre persone. Il pettegolezzo avviene quando due persone comunicano tra di loro dal vero, in un luogo reale, senza l’intermediazione di un mezzo di comunicazione di massa.”
Ora mi chiedo, in Twitter, dove regna spesso la distorsione comunicativa, non si conosce realmente l’emittente del messaggio, è un mezzo di comunicazione di massa, non ci si annoia mai (almeno per lo scrivente). Può regnare il pettegolezzo?
La risposta io ce l’ho, ma sono curioso e vorrei conoscere le vostre di Sensazioni e Impressioni.
In attesa di una fetta reale di salame di Felino, saluto la gentile Padrona di casa.
Tanto mi dovevo.
Albe. J
Comincia la discussione