Questo scrivevo a 17 anni…

 

Certo i 17 anni erano periodi un po’ cupi… non c’è ombra di dubbio..
 
 
TEMPESTA
 
E quando la mattina,
l’alba trascolora il cielo,

quando per le strade,

 

non c’è ombra d’uomo,

 

io riprendo contatto con la vita,
e con questo uguale giorno da affrontare.
L’attesa di te, si fa sempre
più struggente
e il vento porta sul mio viso,
la carezza della paura
ed in questo lento salire di giorno
sento un fremito strano…
un arcano silenzio
e mi chiedo cos’è la solitudine
la sento in me, non posso vederla
ma vive con me
la prego di andarsene via
ma non mi ascolta…
è certo il mio pegno da offrire
per un probabile riscatto.
Il tempo non ha scansie, diaframmi o segni
il tempo non è…il tempo siamo noi…
perché amo il tuo volto, le tue mani,
i tuoi difetti,
ti amo anche nell’odio
ma ti prego non lasciare
che i miei occhi piangano…
e se servisse urlerei,
fino a sentirmi la gola
arida e secca,
se servisse batterei i piedi,
come un bambino,
ma so che non serve…
non servirebbe a niente.
E anche oggi…inutilmente sola,
continuo a nascondere
tempeste violente…
sotto un vago sorriso…


 

GLI SPECCHI DELL’ANIMA
 
Nella luce i miei occhi affondano
averti… che sgomento
nuda voce d’ascolto,
dammi il mio giorno
che io ricerchi ancora il tuo volto
fra gli specchi dell’anima…
e viva di te,
Nello specchio della luna
c’è chi piange, ma tu amore
non portarmi davanti
a quello specchio crudele.
Da tempo chiedo parole d’amore,
ma la memoria le teme,
e il sorriso si rattrista.
Ma tu dammi il mio giorno
affinché io viva…
perché quando il vento tace…
anche il cielo è solo.

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